Uno studio sul tema dei consumi e degli acquisti, con il coinvolgimento di un ampio campione di studenti dell’Università degli Studi di Perugia, ha evidenziato che, al momento di effettuare una spesa, la durabilità è sempre preferita alla riparabilità.Con riferimento a queste due caratteristiche una buona percentuale dei giovani è disposta a pagare un prezzo più alto per un sistema di certificazione dei prodotti basato sulla tecnologia blockchain. Lo studio, condotto dai professori Simona Bigerna, Silvia Micheli e Paolo Polinori del Dipartimento di Economia di Unipg, è stato pubblicato su Technological Forecasting and Social Change,nota rivista internazionale di economia, psicologia e management.
“Coinvolgendo gli studenti in un mercato simulato – spiegano i professori Bigerna, Micheli e Polinori – abbiamo calcolato la loro ‘domanda’, sotto forma di disponibilità a pagare, nei confronti di un modello di smartphone più rispettoso dell’ambiente (environmental friendly), inspirato ai principi dell’economia circolare della ‘durabilità’ e della ‘riparabilità’. L’utilizzo della tecnologia blockchain per l’etichettatura del prodotto è stato anche oggetto di transazioni simulate con gli studenti. I risultati evidenziano che la durabilità è sempre preferita alla riparabilità e una buona percentuale di studenti è disposta a sostenere i costi aggiuntivi legati alla ‘certificazione blockchain’. Gli studenti sono disposti a pagare un prezzo più alto per questo tipo di prodotto, rispetto ad uno dalle caratteristiche uguali ma non inspirato ai principi dell’Economia Circolare. L’aumento di prezzo che gli studenti son disposti a pagare per uno smartphone environmental friendly è compreso tra gli 82 e i 141 euro”.
“La ricerca – concludono i ricercatori – ha individuato gli studenti quali cittadini e consumatori della società del futuro, figlia della quarta rivoluzione industriale, che è attesa promuovere una radicale trasformazione socioeconomica; trasformazione inspirata allo sviluppo dell’economia circolare, della sostenibilità ambientale e della giustizia sociale”.
L’indagine è stata realizzata grazie al contributo del dottor Ubaldo Pizzoli per lo sviluppo del questionario e della dottoressa Roberta Ragni per le relazioni con gli studenti.