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La Lega presidia l’ambiente: Vannia Gava risponde a Draghi con i punti programmatici sulla green economy
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La striscia

La Lega di governo risponde all’appello del Presidente Mario Draghi, che nel giro di una settimana ha reso l’ambiente da cenerentola del dibattito riservato a pochi irriducibili, ad argomento che domina opinioni, fatti e commenti su larga scala. Vannia Gava, onorevole del Carroccio che stamattina è intervenuta alla Camera in previsione della fiducia al neo-premier e ha ribadito pieno sostegno alle politiche previste da Draghi nell’intervento di ieri al Senato e ha illustrato, punto per punto, i punti che alla Lega stanno a cuore.

“Ci apprestiamo a votare convintamente la fiducia al governo – spiega l’on. Gava – e lo facciamo con maggiore determinatezza dopo aver ascoltato dal Presidente Draghi un programma realizzabile, concreto ed innovativo. Ci convince in particolare la declinazione non catastrofista delle tematiche ambientali e l’approccio pragmatico alla sfida globale per il futuro del Pianeta. Ci convince la volontà di entrare con dignità e con la forza delle idee in un dibattito che è mondiale, europeo e nazionale. Noi la seguiremo, con le nostre libere convinzioni e soprattutto con le nostre proposte. Senza demagogia e con grande pragmatismo. Soprattutto con la nostra storia: una storia di grande e piccola amministrazione quotidiana che in tema di ambiente, di sostenibilità, di rapporto con il patrimonio naturale è la storia dei territori e delle comunità più europee d’Italia. La storia di quelle Regioni dov’è nata l’idea stessa di economia circolare, grazie all’impegno, al sacrificio e agli investimenti in ricerca e grazie alle capacità, per quanto di competenza, di semplificare procedure e normative. Presidente Draghi, lei ci ha ricordato quali siano gli effetti diretti sulle nostre vite, sulla nostra salute del riscaldamento globale, citando Sua Santità e il suo Apostolato, fondato sulle riflessioni dell’Enciclica “Laudato sì”. E ci ha ricordato la dimensione universale del rapporto tra l’uomo e la natura. E’ un monito importante per determinare le scelte del futuro sulla base delle tendenze globali, del radicamento del sistema economico circolare, della necessità di un riequilibrio ecologico di un territorio fragile e in parte compromesso, affrontando da protagonisti le sfide del Green New Deal”.

E da qui l’on. Gava entra nel merito, con lo sguardo quasi totalmente rivolto a quella parte di “ambiente” costituito dal mondo dell’impresa: “Le nostre idee sono al servizio dell’obiettivo unitario, idee concrete anche su politiche di prossimità territoriale: meno vincoli e più opportunità, più decentramento e meno burocrazia. Raggiungere la decarbonizzazione del Paese attraverso una transizione significa certezza dei tempi e del diritto. Una certezza che chiedono gli investitori, le imprese e i lavoratori. Come lei ha detto testualmente, “il cambiamento climatico penalizza tutti i settori produttivi senza che vi sia un’espansione in altri settori che possa compensare. Ecco, dobbiamo essere noi ad assicurare questa espansione con una combinazione di politiche strutturali”. Questo è l’approccio più concreto a questa sfida globale. Crediamo pertanto nella necessità di rafforzare le politiche energetiche basate sulle fonti rinnovabili e nello sviluppo delle nuove frontiere della scienza come la ricerca applicata sul tema dell’idrogeno. Crediamo nella necessità di coniugare sviluppo urbano e mobilità sostenibile, infrastrutture e logistica puntando sulle innovazioni e sulla digitalizzazione. Dobbiamo intervenire finalmente nelle tante e ancora troppe “terre dei fuochi” del nostro Paese, impegnandoci non solo a reprimere con la giusta e doverosa severità, ma anche a dare ai figli di quei territori, il futuro e il diritto al futuro soprattutto. Un futuro fatto di aria pulita e di acque pulite perché basato sulla crescita di un’economia non più sommersa e non più truffaldina ma legale e innovativa. E quindi non solo investimenti per la bonifica, la reindustrializzazione sostenibile e il contenimento del consumo di suolo, ma rapida attuazione dei progetti in sinergia con il mondo dell’impresa. Con unità d’intenti siamo inoltre chiamati a dare una risposta certa alla fragilità del nostro territorio: in queste aule siamo soliti occuparci di dissesto idrogeologico ogni volta che un’alluvione porta morte e disperazione. Ecco, è giunto il momento di una riorganizzazione seria dell’intero meccanismo, fondandolo realmente sulla prevenzione del rischio e non sull’emergenza continua. Così come siamo stati chiamati ad un grande salto di qualità nella comunicazione dei principi dell’economia circolare, investendo anche qui in tecnologia e innovazione per la trasformazione di rifiuti in risorsa”.

E conclude, non dimenticando di rispondere al presidente Draghi nel merito prossimi appuntamenti internazionali che vedono l’Italia protagonista e sulla nuova forma del Ministero dell’Ambiente: “I temi che dovremo affrontare non finiscono qui: la necessità esercitare un ruolo di leadership anche europea sui tavoli della COP26, la tutela della biodiversità, l’attuazione del protocollo di Nagoya, la valorizzazione del capitale naturale e la necessità di ripensare promuovere e strutturare il sistema delle aree protette nazionali e il ruolo degli enti parco sul territorio. Non da ultimo, la nascita del Ministero della Transizione Ecologica sia veramente un punto di svolta per tutti i lavoratori delle istituzioni degli enti preposti, dal Ministero appunto al Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, dai ricercatori di Ispra ai tecnici della Sogesi. Per raggiungere un grande obiettivo serve una squadra forte e coesa. E quindi la transizione ecologica, asse prioritario della ripresa, richiede un impegno intenso e convinto, noi ci siamo. Auguriamo a lei e a tutta la sua squadra di governo un buon lavoro”.

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