Vannia Gava ricomincia da dove aveva lasciato nell’estate del 2019 e torna alla sua scrivania di Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, con due differenze: a guidarlo non c’è più Sergio Costa come nel Conte I ma Roberto Cingolani e il nome del dicastero è diventato Ministero della Transizione Ecologica. La deputata friulana è stata nominata ieri dal Presidente del Consiglio Mario Draghi insieme agli altri 38 sottosegretari del nuovo Governo e non sarà sola: dovrà condividere la vicinanza a Cingolani con la biologa Ilaria Fontana, onorevole pentastellata che ha scartato i propri colleghi grazie all’esperienza maturata nel campo delle normative ambientali ed è diventata l’altro sottosegretario. Probabilmente un’ipoteca di Beppe Grillo che, dopo aver battezzato in tempi non sospetti la riforma del ministero, non era riuscito a spuntare la nomina della sua guida.
Vannia Gava, friulana ed ex-Sindaco di Sacile, aveva già indicato i punti programmatici della Lega durante il proprio intervento alla Camera in occasione del voto di fiducia sottolineando che in materia ambientale, del Governo Draghi li aveva convinti “in particolare la declinazione non catastrofista delle tematiche ambientali e l’approccio pragmatico alla sfida globale per il futuro del Pianeta”. Una presa di posizione lontana dall’ambientalismo in senso classico, che infatti ribadisce: “Le nostre idee sono al servizio dell’obiettivo unitario, idee concrete anche su politiche di prossimità territoriale: meno vincoli e più opportunità, più decentramento e meno burocrazia. Crediamo nella necessità di rafforzare le politiche energetiche basate sulle fonti rinnovabili e nello sviluppo delle nuove frontiere della scienza come la ricerca applicata sul tema dell’idrogeno. Crediamo nella necessità di coniugare sviluppo urbano e mobilità sostenibile, infrastrutture e logistica puntando sulle innovazioni e sulla digitalizzazione. Dobbiamo intervenire finalmente nelle tante e ancora troppe “terre dei fuochi” del nostro Paese, impegnandoci non solo a reprimere con la giusta e doverosa severità, ma anche a dare ai figli di quei territori, il futuro e il diritto al futuro soprattutto. Un futuro fatto di aria pulita e di acque pulite perché basato sulla crescita di un’economia non più sommersa e non più truffaldina ma legale e innovativa. E quindi non solo investimenti per la bonifica, la reindustrializzazione sostenibile e il contenimento del consumo di suolo, ma rapida attuazione dei progetti in sinergia con il mondo dell’impresa. Con unità d’intenti siamo inoltre chiamati a dare una risposta certa alla fragilità del nostro territorio”.
Insomma, un volto ambientale quello della Lega in larga parte rivolto alle misure da intraprendere nell’ambito della green economy e diversamente non poteva essere: stando ai sondaggi, si tratta ancora del primo partito italiano a trazione imprenditoriale. Staremo a vedere come procederà la convivenza con l’onorevole Fontana.