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Onu: “Sono 75 i Paesi al mondo a produrre il 30 per cento di Co2, serve un taglio del 45”
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La striscia

Settantacinque paesi al mondo, che producono il 30% delle emissioni globali di gas serra, hanno preso impegni per ridurle che porteranno nel 2030 ad un taglio complessivo di appena l’1% rispetto al 2010: per mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali (obiettivo ottimale dell’Accordo di Parigi sul clima) servirebbe un taglio del 45%. Lo rivela un rapporto preliminare dell’Unfccc, l’agenzia dell’Onu per la lotta al cambiamento climatico. Il rapporto dell’Unfccc fa il punto sugli impegni per la riduzione delle emissioni (NDC, Nationally Determined Contributions) presi da 75 dei 196 paesi firmatari dell’Accordo di Parigi. Sono i paesi che finora hanno comunicato all’Unfccc i loro piani, e che rappresentano il 30% delle emissioni globali. Il rapporto sugli NDC, ancora parziale, è stato preparato in vista della prossima conferenza Onu sul clima, la Cop26, che si terrà a Glasgow dal 9 al 20 novembre. Lo studio mostra che, anche se la maggioranza delle nazioni rappresentate ha aumentato le ambizioni per ridurre le emissioni, l’impatto complessivo le porterà ad ottenere solo un 1% di riduzione nel 2030 rispetto al 2010. Il Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC, il centro studi dell’Onu sul clima) ha indicato che, per ottenere l’obiettivo dell’aumento delle temperature entro 1,5 gradi, la riduzione delle emissioni dovrebbe essere intorno al 45%.

“Questo rapporto mostra che i livelli attuali di ambizione climatica sono ben lontani dal metterci sulla strada per arrivare agli obiettivi dell’Accordo di Parigi – ha detto Patricia Espinosa, segretario esecutivo dell’Unfccc -. Mentre riconosciamo la svolta recente verso una più forte azione climatica nel mondo, le decisioni per accelerare ed ampliare ovunque l’azione devono essere prese ora”. Espinosa ha chiarito che il rapporto è “uno scatto, non un panorama completo” sugli NDC, mentre il Covid-19 pone sfide impegnative per molti nazioni nel completamento dei loro impegni per il 2020. Ha poi aggiunto che un secondo rapporto sarà diffuso prima della Cop26, e ha chiesto a tutti i paesi (soprattutto ai maggiori produttori di gas serra, che non lo hanno ancora fatto) di presentare i loro dati prima possibile, così che le loro informazioni possano essere incluse nel rapporto aggiornato.

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