Nella grade transizione ecologica che sembra si vada avviando, possono fare la differenza anche piccoli gesti quotidiani che, se rivisti, possono fare la differenza nella riduzione del nostro impatto ambientale. E’ il caso di quell’azione che spesso compiamo senza rendercene conto: buttare l’olio utilizzato in cucina nel lavandino o nel WC. Si tratta infatti di un inquinante che arriva dritto dritto nei nostri mari. Un litro di olio infatti è responsabile dell’inquinamento di circa 1.000 mq di acqua, forma una sottile pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e compromette l’esistenza della flora e della fauna marine. E allora, parte la campagna Save the sea Recycle cooking oil per sensibilizzare diportisti dei porti turistici e commerciali peninsulari e insulari sulla corretta gestione dell’olio da cucina.
La campagna è promossa da Marevivo, l’associazione che da 36 anni si occupa, su tutto il territorio nazionale, della salvaguardia del mare e delle sue preziose risorse, e RenOils, il Consorzio senza scopo di lucro costituito nel 2016 (ai sensi del d.lgs 152/2006) e operativo dal 2018. Ad oggi conta oltre 250 tra operatori e associazioni di categoria consorziati e si occupa di aumentare e rendere più efficiente la raccolta degli oli e grassi vegetali ed animali alimentari esausti in Italia e garantirne la corretta gestione, salvaguardando l’ambiente. Complessivamente, da inizio attività, RenOils ha gestito circa 90.000 tonnellate di oli esausti avviati a recupero. Save the sea Recycle cooking oil ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica ed è stato richiesto anche quello del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, partirà a metà maggio 2021 e avrà durata pluriennale.
“Questo progetto – dichiara Carmen di Penta, Direttore Generale di Marevivo – ci segnala nuovamente quanto sia importante il gioco di squadra nella gestione dei rifiuti e, di conseguenza, nella salvaguardia del mare. Tutti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte; i cittadini devono separare quanto più possibile i propri residui e disporne in maniera appropriata, mentre i consorzi come RenOils e le pubbliche istituzioni devono mettere a disposizione sistemi di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti. Solo così riusciremo a convertire i rifiuti in risorse, invertendo la corrente e salvando il mare, un bene necessario anche per la nostra sopravvivenza”.
“Abbiamo fortemente voluto questo progetto – spiega il Presidente di RenOils, Ennio Fano – per due aspetti fondamentali: quello ambientale perché l’olio alimentare esausto è riciclabile al 100% per la produzione di biodiesel, l’utilizzo in impianti di cogenerazione, la produzione di bio-lubrificanti; quello educativo perché ci permette di informare quante più persone sulla capacità dell’olio esausto di inquinare e sulla corretta gestione del rifiuto. La vera sfida per noi è proprio sensibilizzare le famiglie. La raccolta domestica, rispetto alla ristorazione e all’industria alimentare, è infatti quella che incide di più in termini di quantità di rifiuto e nello stesso tempo la più difficile da intercettare. Ringrazio Marevivo per aver scommesso con noi e creduto in questa campagna così come gli altri partner che hanno deciso di appoggiarci”.
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