Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del presidente di Federparchi Giampiero Sammuri
L’approvazione in Commissione al Senato della modifica costituzionale che prevede l’inserimento della tutela dell’ambiente e della biodiversità è un grande passo in avanti per l’importanza del nostro enorme capitale naturale. Quando la modifica diverrà definitiva sarà un impegno vincolante per il legislatore e per il Paese intero; già oggi l’Unione Europea ha fatto del “Green New Deal” la sua rotta principale su cui convogliare enormi risorse. In questo quadro il tema delle aree protette e della biodiversità è decisamente centrale.
Il presidente della Federparchi che è in me esulta, il biologo che è in me non comprende perché, dopo il primo fondamentale periodo di modifica dell’articolo 9, che sancisce che la Repubblica, oltre al paesaggio e al patrimonio storico ed artistico, tutela anche l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, abbia aggiunto il successivo: “La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. E delle piante, componente indispensabile della biodiversità? Dei funghi? Del suolo e delle rocce, componenti fondamentali e basilari degli ecosistemi? Io, tra tutte le cose che ho fatto e che sono, mi ritengo fondamentalmente uno zoologo e potrei essere felice che in Costituzione ci sia un posto speciale per gli animali, ma mi sembra che il secondo periodo sminuisca un pò l’enorme valore complessivo del primo. Penso comunque che botanici e geologi avranno modo, meglio di me, di farlo presente.
In ogni caso, con questa modifica, la nostra Costituzione dimostra la forza e la solidità dei suoi valori e la capacità di adattarsi ai tempi: la strada della sostenibilità è l’unica percorribile per il futuro dell’umanità.