La crisi economica per il Covid-19 non ha fermato la crescita del settore delle bioplastiche in Italia. Nel 2020 il fatturato complessivo è cresciuto del 9,4% rispetto al 2019, i volumi prodotti del 9,6%, gli occupati del 4,7%. A trainare la crescita è stato soprattutto il monouso (piatti, stoviglie, capsule per il caffé), cresciuto del 116%. E’ questo il quadro tracciato dal 7/o rapporto annuale di Assobioplastiche, l’associazione delle aziende del settore, che quest’anno festeggia il suo decennale.
In Italia ci sono 278 aziende che producono bioplastiche, con 2.775 addetti dedicati, oltre 110.000 tonnellate di manufatti compostabili prodotti nel 2020 e un fatturato complessivo l’anno scorso di 815 milioni di euro. Gli shopper (sacchetti monouso per asporto merci) si sono attestati a circa 58.000 tonnellate (+2,7% sul 2019), nonostante la permanenza sul mercato di sacchetti illegali. I sacchetti ultraleggeri per frutta e verdura hanno evidenziato una leggera contrazione (-2,9%). Il film per agricoltura (bioteli per pacciamatura) ha confermato il trend positivo, con un +5% circa, segno della cresciuta attenzione del settore agricolo per l’ambiente. I film per imballaggio (alimentare e non) hanno evidenziato particolare vivacità, con tassi di incremento prossimi al +20%. Il boom c’è stato però negli articoli monouso compostabili, che hanno fatto segnare un +116%. Positivo anche il comparto dei sacchetti per il rifiuto umido (+3,5% circa).