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Grano duro avariato: multinazionali all’assalto dei porti italiani e i prezzi crollano
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La striscia

In Senato la politica fa “melina” ma da noi arrivano bulk carrier e carghi con la pancia ricolma di prodotto ripetutamente rifiutato all’estero; per mesi girano ma alla fine “sbarcano” e ripartono…! Il mistero di Sagittarius e Sumatra.

La politica degli attacchi portati dalle multinazionali estere ai nostri prodotti alimentari è ricorrente. Al tempo della trebbiatura diventa una specie di strategia che si ripete ogni anno. Con massicce importazioni di bassa qualità, di prodotto deteriorato o ammuffito a prezzi stracciati, con lo scopo evidente di “far precipitare nei listini i prezzi dell’ottimo grano italiano”. Nel mezzo di queste strategie ci sono gli spaghetti, la pasta italiana che a seconda del grado di contaminazione o dell’avaria causata dalla presenza anche involontaria di residui chimici, seppure nei limiti consentiti, produce danni alla salute. Specialmente dei bambini e dei ragazzi. Gli esperti assicurano che la presenza di pur minime tracce sconsiglierebbe l’uso di queste farine. A novembre dello scorso anno su venti marchi di pasta testati, sette risultavano contenere glifosato, che anche in dosi basse è comunque accusato di cancerogenicità.

In Senato, nella seduta dell’8 giugno, i senatori Saverio De Bonis e Gregorio De Falco chiedevano al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali di conoscere se sapesse, il Ministro, che: “negli ultimi 15 giorni nei porti pugliesi sono arrivate 8 navi cariche di grano straniero, prevalentemente canadese, per un totale di 1,5 milioni di quintali. Sembra un copione già visto: nelle più importanti regioni italiane per la produzione del duro, come d’incanto arrivano le navi cariche di grano estero e così, nel giro di qualche giorno, il prezzo del grano, quello siciliano in particolare, da 25 euro è crollato a 21-22 euro al quintale; il bio da 40 a 28….” . Lo stesso Senatore De Bonis nella question time dell’8 luglio chiedeva notizie della Sumatra ancorata nel porto di Ravenna con a bordo 33.500 tonnellate di grano di terza categoria Western amber durum, deteriorato ed ammuffito, proveniente da Vancouver; “…e quali provvedimenti intendesse adottare, dal momento che quella merce era stata rifiutata dal committente algerino e la nave respinta dal porto di Annaba…”. La risposta del ministro Stefano Patuanelli? Pilatesca, insufficiente, se non risibile : “…i controlli sanitari spettano al Ministro della Salute, ma ho raccomandato rigide disposizioni e massima attenzione, in specie per la nave Sumatra attualmente nel porto di Ravenna…”.                                                                                                         

Secondo le autorità algerine che l’hanno respinta il carico di questo bulk non sarebbe utilizzabile neppure per alimenti zootecnici! La nave fino a ieri era in porto. Ma come e perché il Sumatra è arrivata in Italia? “Non è la prima volta – denuncia ancora Granosalus – che arrivano navi straniere con grano spesso canadese al glifosato ed in pessime condizioni igieniche che “sbarcano” nei porti italiani…” Tanto che gli stessi senatori De Bonis e De Falco, nell’interrogazione del 7 maggio ’21 chiedevano notizie sul “mistero legato alla nave “Sagittarius”, contenente 250.000 quintali di grano statunitense, probabilmente destinato ad un pastificio abruzzese; il cargo è rimasto a largo di Bari per tre settimane poi è ripartito diretto in Egitto a Port Said, ma che fine ha fatto il grano che trasportava? Semola per rigatoni e spaghetti con tanto di etichetta?

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