Ospitiamo il commento di Guido Ceccolini, direttore del CERM Centro Rapaci Minacciati di Grosseto, in merito all’imminente inaugurazione del nuovo “ponte tibetano” a Castelsaraceno (PZ) in Basilicata, a cavallo tra due parchi nazionali: quello del Pollino e quello dell’Appennino di Policastro. “Il ponte tibetano più lungo al Mondo”, è stato ribattezzato: 586 metri tra un costone roccioso e l’altro a 80 metri d’altezza, che ha richiesto l’uso di 24 tonnellate di acciaio un migliaio di traversine calpestabili. Per allietare i partecipanti all’inaugurazione, è previsto anche uno spettacolo pirotecnico.
Già da tempo scrivo sulla deriva antropocentrica dei parchi naturali, spesso ridotti a palcoscenico di orde di turisti mordi a fuggi, più propensi alla visita di baracconi con la donna-cannone che alla cauta e rispettosa visita di parchi nati per proteggere flora e fauna. Ma questa è la tendenza: deturpare il più possibile per aumentare l’incasso, costi quel che costi. Ecco l’ennesimo imbarbarimento con l’inaugurazione di un altro ecomostro per il quale saranno presenti, incredibile, anche i rappresentanti dei due parchi nazionali interessati da un ponte assurdo che mai doveva essere autorizzato. Per finire in bellezza anche fuochi artificiali, onde scacciare qualche animale selvatico che ancora osa frequentare quelle terre, ora dedicate unicamente al passatempo degli umani. Sono orripilato, ma state tranquilli molti non vedranno l’ora di recarsi sul posto e poter lasciare l’obolo per camminare sul ponte-mostro, senza neanche sapere che quei luoghi sono in aree protette non in un luna park, come sono diventate. Questa è l’Italia della Tragedia (transizione) ecologica che nessuno ferma più, specialmente le antiche associazioni per la protezione della Natura, supersilenti.
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