Brucia l’Aspromonte da sette giorni. E da sette giorni, le fiamme divampano insieme agli appelli di aiuto lanciati dal presidente Leo Autelitano che invoca aiuti via aria per salvare un patrimonio di biodiversità che da solo, conserva il 50% delle specie vegetali dell’intera Calabria. Quattro, o forse cinque i fronti di fuoco contro i quali combattono, quasi esclusivamente da terra, uomini e mezzi dell’Ente Parco, i Carabinieri Forestali, i vigli del Fuoco, Calabria Verde e moltissimi volontari giunti sin dal Trentino Alto Adige. Solo due i canadair in attività al momento, rivelati insufficienti: nell’interno più profondo della punta dello Stivale, le fiamme avanzano e in queste ore bussano alla porta delle Faggete Vetuste di Valle Infernale, dichiarate dal’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità solo lo scorso 28 luglio. “Il fuoco è arrivato a meno di un chilometro da uno degli scrigni di biodiversità più importante dell’intero Parco dell’Aspromonte – ha annunciato il presidente Autelitano – e contemporaneamente, con molta apprensione, registriamo che l’incendio che ha colpito l’area grecanica, soprattutto nella zona di Roccaforte del Greco, si sta dirigendo adesso verso la zona di riserva integrale del Parco. Servono urgentemente mezzi aerei, su entrambi i fronti, altrimenti tutto il Parco andrà bruciato in una catastrofe senza precedenti. Chiediamo con estrema impellenza l’invio del supporto dall’alto perché, tutti gli sforzi che vengono fatti via terra dai volontari e dal personale presente, potrebbe non bastare. Non c’è più tempo, è una questione di minuti per salvare le Faggete Vetuste”.
Solo Valle Infernale ospita, tra gli altri, un patriarca verde di 560 anni; il resto dell’Aspromonte protetto copre boschi e alture per più di 64mila ettari ed è l’habitat di specie selvatiche a rischio di estinzione, come il gatto selvatico, il lupo e la lontra. Da quest’ultimo lembo d’Italia passano circa 50.000 rapaci per ogni stagione migratoria, diretti in Europa nei periodi caldi e in Africa in quelli freddi. Perdere le foreste significherebbe alterare gravemente un ecosistema che si estende ben oltre i confini della Calabria aspromontana.