In controtendenza rispetto all’andamento generale calano dello 0,4% al dettaglio i prezzi di vendita del vino mentre i costi di produzione a carico delle cantine balzano a causa dei rincari della bolletta energetica e di vetro, carta, sughero, legno e trasporti. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat dell’inflazione a febbraio 2022 che evidenziano una grave criticità per il settore, unico a scendere nella spesa alimentare, che cresce del 5,7% a livello generale. Gli effetti della guerra in Ucraina, con l’esplosione dei costi, si sommano infatti – sottolinea Coldiretti – a quelli delle politiche commerciali adottate al dettaglio, con sottocosto e promozioni, scatenando una tempesta perfetta sulle cantine italiane.
Una situazione insostenibile per il vino tricolore che – sottolinea la Coldiretti – deve affrontare anche le difficoltà della ristorazione che rappresenta un canale privilegiato di vendita. Il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi travolge a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti per un valore stimato in quasi 5 miliardi nel 2021, secondo l’analisi della Coldiretti. In alcuni settori come quello vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
E’ necessario dunque un adeguamento dei listini – continua la Coldiretti – per sostenere un settore determinate dell’agroalimentare Made in Italy che dalla vendemmia alla tavola offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. “L’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale di vino deve difendere in Europa il proprio patrimonio enologico che rappresenta un elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.