“ReShaping Plastics – Pathways to a Circular, Climate Neutral Plastics System in Europe”. É il rapporto che rivela come sia possibile una strategia europea per la plastica totalmente circolare e a zero emissioni di carbonio. Ma per applicarla sono necessari innovazioni radicali, politiche ambiziose e importanti investimenti di capitali. La cooperazione tra industria, governi e società civile è un elemento chiave per la riuscita della strategia.
Il rapporto ReShaping Plastics si concentra su quattro dei settori a più alto consumo di plastica: imballaggi, articoli per la casa, settore automobilistico e edilizia, e presenta sei scenari, sottolineando le azioni prioritarie per le diverse applicazioni della plastica, in vista del raggiungimento degli obiettivi dell’economia circolare e dell’attenuazione dei cambiamenti climatici.
Ma quali sono i principali risultati del rapporto?
- Il rapporto sottolinea che le azioni messe attualmente in campo dall’industria e dalla politica potrebbero almeno raddoppiare la circolarità della strategia passando dal 14% al 30% entro il 2030, con una riduzione di 11 milioni di tonnellate (Mt) di emissioni di Co2 e 4,7 milioni di tonnellate (Mt) in meno di rifiuti plastici smaltiti in discariche o termovalorizzatori; ciò detto, le suddette azioni, ancorché adottate, non risolverebbero il problema dell’uso inefficiente delle risorse. Inoltre, il processo di adozione delle misure di cui sopra è ancora troppo lento in vista dell’allineamento agli obiettivi della Circular Plastics Alliance, del Green Deal Europeo o agli accordi sul clima di Parigi e Glasgow.
- Non esiste una “soluzione miracolosa” per ridurre in maniera significativa la quantità di rifiuti da smaltire e le emissioni di gas serra. Le soluzioni a monte e a valle sono complementari e sono più efficaci se messe in atto simultaneamente.
- L’adozione di ambiziosi approcci nella catena del valore della plastica per l’economia circolare– vale a dire, l’adozione simultanea di soluzioni a monte e a valle – può ridurre in maniera significativa le emissioni di gas serra e la quantità di rifiuti da smaltire nel prossimo decennio e oltre. Tuttavia, ciò non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio entro il 2050.
- Per arrivare, entro il 2050, a zero emissioni di carbonio, è necessario sviluppare e adottare tecnologie e approcci meno maturi, oltre alle tradizionali e ben collaudate leve dell’economia circolare per ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra e separare la plastica dalle risorse fossili non rinnovabili.
- I prossimi tre-cinque anni rappresentano una finestra temporale critica per agire. Considerando i lunghi cicli di maturità delle tecnologie e i vincoli alle spese in conto capitale per gli investimenti infrastrutturali, saranno le decisioni prese agli inizi degli anni 2020 a determinare il successo della strategia europea per la plastica nell’economia circolare e il raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni di gas serra entro il 2050.
“Questo rigoroso ed esaustivo rapporto deve suonare come un campanello d’allarme per tutti gli attori europei coinvolti nel settore della plastica. Uno delle maggiori scoperte del rapporto è che la strategia europea per la plastica si sta già adattando per affrontare sfide quali l’attenuazione dei cambiamenti climatici e l’economia circolare ma gli impegni da parte dell’industria e della politica non vanno abbastanza lontano o non procedono abbastanza velocemente da garantire l’allineamento agli obiettivi del Green Deal europeo o agli accordi sul clima di Parigi e Glasgow. Dobbiamo adattarci e dobbiamo farlo alla svelta. Il rapporto ci indica la strada da seguire per affrontare questa critica transizione, ma ci attende un’enorme sfida e dobbiamo agire subito” dichiara Jyrki Katainen, Presidente del Finnish Innovation Fund Sitra.“L’entità dei cambiamenti realizzati dipenderà dal livello di leadership mostrato dai maggiori decisori di tutti i gruppi coinvolti. L’adozione di approcci di economia circolare lungo tutta la catena del valore della plastica può produrre una riduzione del 33% delle emissioni di gas serra e del 46% dei rifiuti da smaltire entro il 2030. Sono risultati economicamente possibili e raggiungibili anche tenendo conto dei vincoli tecnici ma richiedono un’ambiziosa combinazione di soluzioni sia a monte sia a valle. Una nuova strategia per la plastica è a portata di mano ma necessita di azioni coraggiose. L’industria, il settore pubblico, gli investitori e la società civile devono tutti uscire dalle rispettive “trincee” e collaborare in maniera più approfondita partendo dalla condivisione di informazioni concrete – tutte cose che costituiscono l’obiettivo principale di questo programma”, ha dichiarato Yoni Shiran, Direttore del Programma e Partner di SYSTEMIQ.
Virginia Janssens, Amministratrice Delegata di Plastics Europe, ha dichiarato: “Riconosciamo la gravità della crisi climatica e dell’enorme problema dei rifiuti della plastica. E’ di conseguenza essenziale continuare a esplorare nuove vie per promuovere una discussione basata su dati concreti con l’intera catena del valore della plastica e con i politici e concentrata su come accelerare la transizione e raggiungere gli obiettivi di zero emissioni di carbonio e circolarità nell’UE. E’ per questo motivo che abbiamo commissionato il rapporto.”“Plastics Europe accoglie con entusiasmo la pubblicazione del rapporto che giudica approfondito e provocatorio. E’ un documento che contribuirà in maniera egregia a informare e guidare le decisioni di Plastics Europe, dei nostri membri e di tutte le parti in causa. I membri di Plastics Europe investono e innovano da anni per sostenere le ambizioni dell’UE relative all’azzaremento delle emissioni e all’economia circolare, azioni e attività che hanno conosciuto una netta accelerazione in anni recenti. Tuttavia, condividiamo il risultato centrale del rapporto quando dice che è necessario accelerare l’adozione di un cambiamento sistemico e che l’economia circolare è la leva a medio termine più importante nell’ambito della transizione della strategia europea per la plastica.”Oltre ai conosciuti e sperimentati approcci all’economia circolare, esistono altre strade forse meno mature – come per esempio il passaggio all’idrogeno verde, l’uso delle tecnologie di cattura e stoccaggio (CCS) fino ai termovalorizzatori o i cracker a vapore, il passaggio ai polimeri a base vegetale e i cracker a vapore alimentati elettricamente, che riducono le emissioni di gas serra e tendono a separare la produzione della plastica dalle risorse fossili non rinnovabili. Si tratta di azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio all’interno della strategia europea per la plastica, poiché le sole leve dell’economia circolare, pur essendo sicuramente fondamentali, non saranno sufficienti.Inoltre, il rapporto ha riscontrato alcune lacune nei dati sui rifiuti della plastica; a titolo di esempio, più del 40% della plastica immessa sul mercato europeo potrebbe non rientrare integralmente nelle statistiche sui rifiuti. Questra lacuna rappresenta un ostacolo importante alla comprensione del reale impatto della plastica sull’ambiente e sul clima.I risultati di ReShaping Plastics dimostrano che la strategia per la plastica deve adattarsi in maniera tale da rispondere contemporaneamente ai requisiti dell’economia circolare e all’agenda relativa all’azzeramento delle emissioni di carbonio, due sfide da affrontare simultaneamente. Partendo dall’approccio scientifico dell’innovativo rapporto Breaking the Plastic Wave realizzato da SYSTEMIQ e dal The Pew Charitable Trusts, ReShaping Plastics usa un modello basato sui dati relativi alla strategia europea per la plastica, che permnette ai ricercatori di quantificare le implicazioni economiche, ambientali e sociali dei diversi scenari e dei diversi interventi strategici – come investire sul riciclo, progettare gli imballaggi pensando all’economia circolare, il passaggio alla strategia del riuso, solo per citarne alcuni – da oggi al 2050.