(Adnkronos) – “Era
prevedibile che Putin avrebbe escluso, nel suo discorso, un conflitto globale: non ha motivo e non avrebbe nemmeno i mezzi per estendere la guerra. Quest’idea che se non lo fermiamo lui si prende la Danimarca, la Moldavia, e via dicendo è pura fantascienza, non potrebbe nemmeno se volesse. Anche se sentiamo definire Putin come un ‘pazzo’
non è affatto matto, anzi, mi sembra molto più equilibrato lui di Biden”. A commentare con l’Adnkronos il discorso di Vladimir Putin nella Piazza Rossa di Mosca per la parata del 9 maggio è lo storico Franco Cardini, che analizza le parole del presidente della Federazione Russa.
“Credo che Putin sia in gran parte affidabile -sottolinea Cardini- Sta però cercando di capire come uscire da un errore che ha fatto, una trappola che gli è stata tesa”. La trappola, spiega Cardini, “era un tranello a due denti. Da un lato, se avesse fatto un’azione militare sarebbe stato considerato un tiranno, il nuovo Hitler. Se però non avesse fatto nulla, come hanno fatto in Georgia nel 2008 e nella stessa Ucraina più riprese, gli avrebbero preparato un altro tentativo di ‘rivoluzione arancione’ per scalzarlo dall’interno”. Nell’analisi dello storico, Putin ha scelto la prima opzione perché “se non avesse fatto l’operazione che ha fatto avrebbe perso molto credito all’interno nel suo Paese, creando uno scontento a cui non è abituato, ed ha dunque scelto il male minore”, sottolinea Cardini.
Che dal discorso del presidente della Russia spiega che “non mi aspettavo molto, ma mi aspettavo forse che lui dicesse qualcosa di giustificativo sul fatto che l’esercito russo non ha fatto quello che ci si aspettava”. Questo, secondo Cardini, è dovuto al fatto principale che “aveva sopravvalutato la potenza del suo esercito e sottovalutato il livello dell’occidentalizzazione, la presenza dei servizi americani e della Nato in Ucraina -scandisce il professore- In ultimo ha sottovalutato, e questo è l’aspetto più grave, che il nazionalismo ucraino in questi anni è cresciuto in modo esponenziale e la vecchia Ucraina che ‘si sente un pezzo di Russia’ è una cosa che appartiene per molti al passato”.
L’Ucraina “ha un sistema sociale molto simile alla Russia -osserva Cardini all’Adnkronos- E’ una balla che la Russia sia una dittatura e l’Ucraina sia una democrazia all’occidentale. In Ucraina si sciolgono i partiti e si chiudono le emittenti televisive esattamente come in Russia”. Dal discorso di Putin “non mi aspettavo molto anche perché, dopo il comportamento di Zelensky, che ha cercato di uscirne offrendo almeno la rinuncia alla Crimea ma è stato letteralmente ‘amputato’ dal segretario della Nato in modo a mio parere vergognoso”, è diventato chiaro che “questa è una guerra contro la Russia fatta per procura dagli Usa che però non vogliono perdere nessun soldato, e combattono coraggiosamente fino all’ultimo ucraino”, affonda Cardini.
Che aggiunge: “Noi europei non abbiamo nessun interesse a stabilizzare la Russia, come non avevamo nessun interesse a pagare il costo esagerato dell’embargo che gli Stati Uniti hanno deciso di imporre alla Russia. A cui non abbiamo in nessun modo collaborato ma che adesso dobbiamo pagare in termini di disagi gravissimi. Non so cosa Draghi sia andato a dire a Biden, ma certamente questa complicità non ci giova”.