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Pnrr, “interventi in linea con timing, no rischi rallentamento”
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La striscia

(Adnkronos) – Trasmessa al Parlamento la Relazione sul Pnrr ItaliaDomani. “I risultati conseguiti sono significativi. Nel semestre in corso l’attuazione procede più velocemente dei cronoprogrammi originari”, così il premier Mario Draghi nella premessa alla Relazione. 

“Tutti gli interventi sono in linea con il cronoprogramma previsto per la loro attuazione e non mostrano rischi di rallentamento”. E’ quanto si legge nella Relazione del governo sul Pnrr sulla base “dello stato di attuazione dal monitoraggio, sulla base dei dati comunicati dal Ministero dell’economia e delle finanze”. 

Entro il secondo semestre 2022 inoltre “dovranno essere realizzati 55 risultati (39 traguardi e 16 obiettivi), ai quali è collegata una rata di 21,8 miliardi di euro (19 miliardi di erogazione, al netto del prefinanziamento già corrisposto)”, prosegue il dossier. E rispetto ai due semestri già conclusi, “nel secondo semestre del 2022 si registra un sensibile aumento degli obiettivi da raggiungere, che passano dai tre dei primi due semestri (due nel secondo semestre del 2021 e uno nel primo semestre del 2022) a 16, a testimonianza del progressivo avanzamento del Piano”. A partire dal prossimo anno e, in particolare dal secondo semestre del 2023, infatti, gli obiettivi saranno prevalenti rispetto ai traguardi “e il loro peso nell’ambito dei risultati da realizzare crescerà progressivamente”. 

“Con il conseguimento dei risultati previsti nel primo semestre del 2022 prendono concretamente forma riforme e investimenti che, al termine del loro percorso attuativo, determineranno una significativa trasformazione del Paese, in linea con le direttrici di riforma indicate dal Piano, a partire dalla transizione ecologica e dalla digitalizzazione”. La relazione del Governo sul Pnrr che ricorda come “la seconda richiesta di pagamento è stata effettuata il 28 giugno 2022, a seguito del raggiungimento dei 45 traguardi e obiettivi in scadenza nella prima metà dell’anno. Si tratta, in particolare, di 44 traguardi e 1 obiettivo, relativo alle assunzioni di personale nei tribunali amministrativi”. 

Traguardi che hanno consentito, prosegue la relazione, l’aggiudicazione “dei contratti per l’attuazione degli interventi per la digitalizzazione del Paese” e la definizione di ” programmi per un sistema di smaltimento dei rifiuti che promuova la circolarità dell’economia” oltre a segnare “passi importanti per la creazione di una filiera di produzione dell’idrogeno, con una misura strategica anche nella prospettiva della riduzione della dipendenza energetica”.  

Si sono, inoltre, si legge ancora, “poste le basi per la definizione del nuovo sistema di assistenza sanitaria a livello territoriale, anche alla luce dell’esperienza maturata nel contrasto al Covid-19, sono stati definiti i contenuti essenziali della riforma del settore dei contratti pubblici – che rappresenta poco meno del 10 per cento del Prodotto interno lordo – e sono stati assegnati importanti progetti nel campo della ricerca, in un contesto volto a promuovere e a rafforzare le interazioni tra università, enti di ricerca e sistema produttivo”. 

 

“Tra le circostanze oggettive che possono essere addotte per una revisione degli investimenti previsti dal Piano, ma non delle riforme rientra anche il caso di aumento dei prezzi per gli investimenti”. Nella sua comunicazione, prosegue la relazione, “la Commissione ricorda che il Pnrr è uno strumento basato sui risultati e che le aspettative sull’inflazione erano state in qualche misura incorporate nei costi considerati dagli Stati membri in sede di predisposizione dei rispettivi Piani, ma riconosce che l’invasione russa dell’Ucraina ha portato a un aumento non prevedibile dei prezzi per l’energia e dei materiali da costruzione, che quindi va considerato una “circostanza oggettiva” che giustifica una richiesta di modifica del Piano ai sensi dell’articolo 21 del Regolamento (UE) 2021/241”. 

Per quanto riguarda l’Italia, si legge ancora nella relazione, considerato che “l’Italia ha usufruito sin dall’inizio dell’intero importo dei prestiti assegnato” potrà quindi “eventualmente accedere a prestiti aggiuntivi esclusivamente nell’ambito e alle condizioni previste per il nuovo capitolo RepowerEU o nel caso di altre circostanze eccezionali”. Un’ulteriore possibilità di aggiornamento dei Piani, prosegue la Relazione del governo, “è connessa all’aggiustamento dell’ammontare del contributo finanziario a fondo perduto”. 

Ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 2, del Regolamento che ha istituito il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, la Commissione europea ha aggiornato il 30 giugno 2022 l’ammontare totale dei contributi finanziari a fondo perduto per gli Stati membri, sostituendo i dati delle previsioni economiche di autunno 2020 della Commissione con i risultati effettivi relativi alla variazione del Pil reale per il 2020 e alla variazione aggregata del Pil reale per il periodo 2020-2021. “Per effetto di tale revisione, l’Italia riceverà 146 milioni di euro aggiuntivi rispetto a quanto originariamente previsto. Nella Comunicazione si evidenzia che, data la natura – basata sui risultati – del dispositivo per la ripresa e la resilienza, gli importi supplementari derivanti dalla revisione al rialzo del contributo finanziario non possono essere comunque utilizzati per compensare un aumento dei costi stimati delle misure incluse nei piani già adottati”. 

La terza opzione di aggiornamento dei Piani riguarda i casi in cui una parte del Piano non sia più realizzabile a causa di circostanze oggettive. In base a quanto previsto dall’articolo 21 del Regolamento (UE) 2021/241, nei casi in cui uno o più traguardi o obiettivi del Piano non siano più conseguibili a causa di circostanze oggettive, gli Stati membri possono presentare alla Commissione una richiesta motivata di modifica del Piano. 

In proposito, si legge ancora, relativamente alla comunicazione del pacchetto RepowerEU225 in cui si espongono gli altri 3 casi di aggiornamento dei piani nazionali, la Comunicazione della Commissione europea individua alcuni principi generali che dovrebbero ispirare le proposte di modifica da parte degli Stati membri: “continuare a concentrarsi sull’attuazione degli attuali Piani, in modo da progredire verso i traguardi e gli obiettivi stabiliti, tenendo conto della loro pertinenza ai fini di una ripresa più rapida dall’impatto economico della pandemia e di una maggiore resilienza; le modifiche dei Piani devono essere adeguatamente motivate e limitate alla gamma di situazioni delineate nella Comunicazione; l’ambizione di ciascun Piano non deve essere ridotta, in particolare per quanto riguarda le riforme che danno seguito alle raccomandazioni specifiche per Paese” 

Nei casi di proposte di modifica o di presentazione di un nuovo Piano in considerazione del fatto che uno o più traguardi e obiettivi inclusi nel Piano adottato non siano più conseguibili a causa di circostanze oggettive, gli Stati membri sono tenuti a fornire una giustificazione nella quale si indicano: le misure che non sono più realizzabili; le circostanze oggettive che impediscono il raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi; il nesso diretto tra le modifiche proposte e le circostanze oggettive. 

La Commissione europea ha chiarito, quanto al procedimento per la modifica del Piano, che gli Stati membri potranno presentare “una richiesta motivata di modifiche, che saranno valutate caso per caso dalla Commissione europea”. E prima dell’invio della richiesta formale, gli Stati membri sono invitati ad avviare un “dialogo informale con i servizi della Commissione” per raggiungere “un’intesa sulle modalità pratiche della procedura”. Nei casi di proposte di modifica o di presentazione di un nuovo Piano in considerazione del fatto che uno o più traguardi e obiettivi inclusi nel Piano adottato non siano più conseguibili a causa di circostanze oggettive, gli Stati membri sono tenuti a fornire una giustificazione nella quale si indicano: le misure che non sono più realizzabili; le circostanze oggettive che impediscono il raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi; il nesso diretto tra le modifiche proposte e le circostanze oggettive. 

“Il lavoro di attuazione deve continuare nei prossimi anni, fino alla fine del Piano, con la stessa forza ed efficacia, seguendo il metodo, consolidatosi nei mesi passati, incentrato sull’attento monitoraggio di obiettivi e tempi di realizzazione, in un contesto di leale e fattiva collaborazione. Il Piano REPowerEU, con l’inserimento di un nuovo capitolo nei Pnrr nazionali destinato ad assicurare l’autonomia energetica dalla Russia, rappresenta l’ulteriore sfida per i prossimi mesi”. Lo scrive il premier Mario Draghi nella premessa alla II relazione sull’attuazione del Pnrr trasmessa al parlamento. 

“Il Parlamento ha raccolto la sfida, lavorando intensamente nell’esame delle misure necessarie, migliorandole e indirizzandone l’attuazione. Anche gli enti territoriali – i Comuni, le Regioni, le Province – hanno svolto un enorme lavoro quotidiano accanto alle amministrazioni centrali per la messa a terra di migliaia di progetti che cambieranno il Paese. I risultati conseguiti sono significativi. Nel primo semestre del 2022, l’Italia ha raggiunto ancora una volta tutti gli obiettivi del PNRR, come ha accertato la Commissione europea la scorsa settimana. L’Italia presto potrà ricevere altri 21 miliardi di euro, dopo i 45,9 miliardi degli scorsi mesi. Per quanto riguarda il semestre in corso, l’attuazione procede più velocemente dei cronoprogrammi originari. La fine della legislatura ha richiesto uno sforzo supplementare, per fare in modo che, dopo le elezioni, si potesse ripartire da una posizione il più avanzata possibile”. 

“La prima fase di attuazione del Piano, dedicata soprattutto al disegno e all’approvazione delle riforme, si sta esaurendo. Nei prossimi mesi e anni occorre attuare queste riforme sul campo, monitorando continuamente i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi quantitativi indicati nel Pnrr. Per gli investimenti, la fase relativa alle procedure pubbliche per l’assegnazione delle risorse ai soggetti attuatori è in gran parte terminata: occorre ora fare in modo che gli investimenti siano portati a termine nei tempi e nei modi previsti, assicurando che le risorse europee siano spese in modo trasparente e onesto”, sottolinea il presidente del Consiglio. 

“Il Governo ha adottato le misure necessarie a favorire una efficace attuazione del Piano. Sin dall’inizio sono state previste forme di supporto e assistenza per gli enti attuatori, garantendo già dalla fase di progettazione degli interventi il sostegno delle società partecipate pubbliche. Per rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, sono stati rafforzati gli strumenti per adeguare i costi delle opere. È stato inoltre assicurato un incisivo sistema di monitoraggio e di controllo degli interventi anche al fine di evitare frodi e infiltrazioni criminali”, ricorda. 

“La seconda relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza illustra l’intensa attività svolta dall’inizio dell’anno e i risultati raggiunti nel suo avanzamento. Il Pnrr è un’occasione unica per il rilancio dell’Italia, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali. La sua piena attuazione è fondamentale per la credibilità del nostro Paese verso i cittadini e i partner internazionali. Occorre mantenere gli impegni presi e, per farlo, c’è bisogno del sostegno di tutti” conclude Draghi.
 

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