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Innovazione, Quattrociocchi (Sapienza): “I social hanno cambiato in modo epocale l’informazione”
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La striscia

(Adnkronos) – L’informazione “sta cambiando passo” con l’avvento dei social ma “i sistemi di informazione e disinformazione” scattati con la nascita di Facebook e altre piattaforme “sono molto simili fra loro” ed oggi si “è passati dall’informazione più tradizionale all’intrattenimento”. A delineare, conversando con l’Adnkronos, i perimetri dell’informazione nell’era delle nuove tecnologie è il professore Walter Quattrocciocchi, docente di Informatica alla Sapienza di Roma, che guida tra i più giovani team italiani in Europa, insieme ad un gruppo di Venezia, impegnato nella ricerca dei nuovi fenomeni legati all’informazione. “Con l’avvento dei social -argomenta Quattrociocchi- stiamo vivendo un cambiamento epocale dell’informazione, è in atto un cambiamento del modello di business dell’informazione. Prima si vendeva una informazione attraverso i canali tradizionali, i giornali, adesso l’80% delle informazioni arrivano attraverso i social e quindi, ad esempio, l’algoritmo di Facebook non ha lo scopo di informare ma di intrattenere, la piattaforma ti passa un post in base a come ha visto scaturire il tuo coinvolgimento”. Niente paura, esorta però Quattrociocchi, “ne usciamo, non dobbiamo essere apocalittici”. “Siamo in mezzo ad un cambiamento epocale, più grande di quello scaturito dalla stampa a caratteri mobili ma ne usciremo. Se guardiamo gli epistolari fra i prelati nel periodo dell’invenzione della stampa a caratteri mobili tutti esprimevano grande preoccupazione, e invece no, cambiò solo il processo. Così come accadrà in questa nuova epoca” osserva.  

Quattrociocchi spiega che quello che hanno “capito i ricercatori come noi è che il processo di informazione, il sistema dell’informazione o della disinformazione è purtroppo molto più intuitivo di quanto si creda”. “Anche se è più affascinante pensare che esistano ‘personaggi malvagi’, non ci sono ‘troll’ cattivi che influenzano l’opinione pubblica come vorrebbe la narrativa, questo perché – continua lo studioso della Sapienza- il lettore non è stupido”. “Il discorso infatti è molto più complesso. Tendenzialmente sui social – spiega inoltre l’informatico- si carica una sterminata mole di informazioni e questo ci sta spingendo ad essere informati solo su ciò che ci torna utile. Il contenuto viene acquisito sulla piattaforma che mi propone ciò che alla fine mi interessa di più, quindi sono più esposto a quello che ‘mi interessa’, a ‘quello che mi attira’, cioè è alla versione che più mi ‘conviene’, quella che ‘piace di più a me'”.  

“Questo sistema – prosegue- crea delle ‘echo chamber’, come si dice in gergo scientifico, ovvero crea delle ‘casse di risonanza’, crea delle ‘tribù virtuali’ a cui difficilmente arrivano contenuti che non sostengono le loro scelte narrative”. E Quattrociocchi fa un esempio per tutti: “Se il gruppo, la tribù – noi e i nostri amici che ci scambiamo informazioni sui social – è ‘No Vax’ allora non ci arriveranno mai informazioni a favore dei vaccini, quindi saremo più esposti alla narrazione dei ‘No Vax’. Diversamente ci ‘arrabbieremmo’ molto se ci arrivassero informazioni a favore dei vaccini” e il contatto si esaurirebbe. (di Andreana d’Aquino)
 

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