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“Lavoriamo a strategia agricola, no ai cibi sintetici”: intervista al neo Ministro Lollobrigida
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La striscia

Elena Livia Pennacchioni
Elena Livia Pennacchioni
Vedo il mondo da 1 metro e 60, l'altezza al garrese del mio Attila. Sono l'addetta stampa della biodiversità, romana di nascita e veronese d'adozione, ma con il cuore ha in Umbria. Scrivo di animali, piante e qualche volta di come l'uomo riesce a salvarli!

Taglio del nastro per la 124esima edizione di Fieracavalli, tenuta a battesimo dal neo Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale Francesco Lollobrigida e dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia. La prima dopo gli anni difficili della pandemia, nelle ore in cui il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontra i vertici delle istituzioni europee per “far sentire forte la voce dell’Italia” soprattutto sul tema della crisi energetica. E dai padiglioni di Veronafiere, che ospiteranno fino al 6 novembre 2.375 cavalli, le fa eco il numero uno di via XX Settembr.

Questa fiera è uno spaccato straordinario che dà l’idea di un’Italia che promuove la propria attività e che eccelle”, spiega a Italiaambiente il Ministro dell’Agricoltura. “Il sistema equestre è sport, solidarietà, economia. E’ un assett fondamentale della nostra economia. Sono qui come appassionato ma rappresento un Governo attento a tutto quello che si muove e che è fondamentale per l’economia, il lavoro e il rafforzamento della nostra Nazione. Qui c’è cultura e ci sono valori tradizionali sui quali si ancora l’innovazione. Questo è il nostro modello”.

A proposito di tradizione, il presidente Zaia ha lanciato un appello al Governo segnalando che i nostri ippodromi sono chiusi, mentre gli allevatori italiani vanno a vincere le gare di ippica all’estero. Lei cosa ne pensa?

Con il mio collega Abodi (Ministro per lo Sport e per i Giovani nda) stiamo ragionando su come valorizzare ancor di più il mondo degli sport equestri, garantendo alle nostre eccellenze la capacità di trovare ascolto nelle istituzioni. Negli ultimi anni l’ippica è stata considerata una zavorra della quale doversi liberare, mentre noi la riteniamo una risorsa. E’ un mondo che va riorganizzato e ridefinito, immaginandolo secondo le criticità emerse negli ultimi trent’anni. E su questo apriremo un confronto con le associazioni di categoria e con i territori, per creare un piano strategico.

Quali saranno le prime misure di cui ha bisogno l’agricoltura italiana?

La prima cosa è mantenere l’atteggiamento che abbiamo sempre avuto anche in Europa: difesa della qualità dei nostri prodotti agricoli. L’Italia non potrà essere mai concorrenziale per la quantità, l’Italia è concorrenziale per la qualità. Anche i provvedimenti e gli stanziamenti che sono stati previsti, vedono la necessità di costruire una strategia organica della Nazione. Il presidente Meloni oggi è a Bruxelles per il primo incontro istituzionale con i massimi vertici per rendere l’Europa più forte. Per raggiungere questo obiettivo, l’Europa deve tutelare gli interessi della nostra economia e dei nostri valori fondanti, anche rispetto alle aggressioni di un mercato non regolato che mette in difficoltà le qualità di ogni Nazione. 

Ad esempio?

Penso ad esempio al vino. Contrasteremo tutti i provvedimenti e le direttive di carattere internazionale che non solo mettono in difficoltà gli imprenditori italiani ma che guardano anche alla produzione con un’ottica sbagliata. Non si deve produrre per produrre, si deve produrre bene. Si deve avere ben chiaro che la qualità e la centralità dell’imprenditore agricolo devono essere tutelate. Questo a nostro avviso deve essere il fine di un’economia sana, per valorizzare tutta la filiera.

Si è polemizzato molto sull’introduzione nel nome del Ministero della “sovranità alimentare”.

Una polemica ridicola, che però ha avuto il pregio di riportare l’agricoltura al centro del dibattito. La sovranità alimentare è una garanzia fondamentale per ogni popolo che voglia produrre e offrire un sistema agroalimentare sano e corretto ai proprio cittadini. La nostra economia è spesso aggredita da metodi che non condividiamo ma non ci arrenderemo a mangiare carne prodotta in laboratorio.

Nella sua idea quindi non c’è spazio per farine di grilli e altri cibi sintetici?

No. In questo Governo non ci sarà nessuno spazio per carne sintetica e farina di grilli. Il nostro obiettivo è difendere i cittadini dalle degenerazioni che vogliono far passare l’idea che basta nutrirsi, a prescindere da dove e come viene prodotto il cibo. Ma noi non possiamo accettarlo. Il prodotto italiano è un’eccellenza nel mondo. E il legame con il territorio è di primaria importanza. Quello che davvero ci allarma sono degenerazioni di cui nessuno parla, come la produzione di carne in laboratorio. Noi di FdI avevamo firmato delle petizioni per contrastare questa aberrazione. Questo è l’impegno che abbiamo preso in campagna elettorale e che intendiamo interpretare. 

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