Dopo due particolareggiati esposti in Procura dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e di un volontario dell’associazioni assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, il gip per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto ha disposto che il PM iscriva nel registro degli indagati 8 alti ufficiali della Marina Militare che nel tempo sono stati responsabili della nave Vittorio Veneto. L’ammiraglia carica di amianto è stata radiata nel 2007 e, almeno dal 2013, è rimasta ormeggiato al porto di Taranto, non solo non è mai stata bonificata, ma non sarebbero state mai attuate neanche le misure necessarie a ridurre l’esposizione delle fibre di asbesto all’esterno e nell’acqua. Una situazione che si è protratta per anni e che ora anche il gip ha riconosciuto “un rischio per l’incolumità pubblica”.
Fino al 2021 l’incrociatore è stato sempre ormeggiato al molo 25 della banchina Torpediniere sita nel Mar Piccolo di Taranto. In primo luogo, scrive il gip, “anche la posizione dell’imbarcazione accresceva il rischio di contaminazione: la vicinanza al centro cittadino, l’esposizione alle intemperie, l’azione corrosiva dell’acqua marina, l’accertato stato di apertura dei portelli di ventilazione e la massiccia presenza di amianto (sia all’interno che all’esterno dell’imbarcazione), erano indici sintomatici della concreta situazione di pericolo perfezionatasi ai danni della popolazione tarantina”- che aggiunge “anche se ad oggi non è stato comprovato alcun evento dannoso, la concreta situazione di pericolo per la pubblica incolumità, a causa della presunta condotta omissiva di completo abbandono della nave”, appare integrare l’ipotesi di reato di disastro ambientale. Già nel 2016 era stato effettuato un sopralluogo che aveva stimato che all’interno ci fossero almeno 1200 kg. di amianto. La Marina Militare era, quindi, a conoscenza del pericolo. Inoltre, nel 2018 la nave era stata saccheggiata, con l’aumento della dispersione delle fibre che possono viaggiare anche a centinaia di metri di distanza. Eppure nulla è stato fatto negli anni per contenere gli eventuali danni. Sotto la lente del PM sono ora tre Capitani di Vascello, un Ammiraglio di Divisione, tre Capitani di Fregata, e un Ammiraglio di Squadra.
“Abbiamo la massima fiducia nella magistratura. Siamo riusciti a dimostrare il rischio sussistente per tutti coloro che hanno svolto servizio sulla Vittorio Veneto e sulle altre navi della Marina Militare Italiana. L’ammiraglia, che con il suo carico di morte è stata una bara per i militari, ne sono deceduti a migliaia, finalmente è stata demolita” – dichiara il Presidente ONA, Ezio Bonanni, che aggiunge – “per quanto ci riguarda andremo avanti nella tutela preventiva e risarcitoria. Purtroppo ci sono sempre altre diagnosi di malattie asbesto correlate. L’associazione si costituirà parte civile nel caso in cui ci fosse il rinvio a giudizio”.
L’Ona continua a lavorare anche per aggiornare la mappatura, anche attraverso l’app http://app.onanotiziarioamianto.it Si può richiedere assistenza tramite lo sportello online https://onanotiziarioamianto.it/sportello-amianto-ona-nei-territori o il numero verde gratuito 800 034 294.