(Adnkronos) – Le modifiche alla programmazione delle risorse previste dal Pnrr, previsto da governo nell'ultima nota di aggiornamento al def, dovrebbero portare a un 'ritardo' degli investimenti effettuati, rispetto al cronoprogramma iniziale, di circa 15 miliardi di euro a fine 2023. La Corte dei conti, nella relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, ricorda che la nadef 2022 ha rivisto la programmazione delle risorse, ferma restando la dimensione complessiva. Il nuovo piano ''contempla una traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, per oltre 20 miliardi complessivi''. Il recupero nel trend di spesa, secondo la scaletta del governo, ''avrà luogo a partire dal 2023, esercizio nel quale è prevista un’accelerazione, rispetto al quadro iniziale, di oltre 5 miliardi; al termine dell’anno in corso, nonostante il recupero, il livello della spesa cumulata dovrebbe rimanere inferiore di quasi 15 miliardi, rispetto al quadro finanziario iniziale. Nel successivo biennio 2024-2025 è poi stimato il picco di spesa, con valori annuali che supereranno i 45 miliardi''. La Corte dei conti incrocia i dati del Piano nazionale di ripresa e resilienza: a febbraio 2023 ammontano a 4,8 miliardi i fondi che le amministrazioni centrali titolari di interventi che fanno parte del Pnrr ''hanno trasferito ai soggetti attuatori o ai realizzatori delle specifiche iniziative di spesa. Trattasi di circa il 70% di quanto ricevuto in disponibilità (7 miliardi) dai conti centrali su cui transitano le somme del Fondo di rotazione Next generation Eu-Italia''. La magistratura contabile propone un angolo di visuale che ''analizza lo sviluppo finanziario, guardando ai flussi che transitano sulle specifiche contabilità di tesoreria, prevalentemente per i nuovi progetti, e a quelli del bilancio, per gli investimenti in essere”. Considerando anche i trasferimenti diretti a valere sui due conti centrali, la Corte dei conti stima che ''il complesso dei pagamenti dalle contabilità di tesoreria agli attuatori e ai realizzatori raggiunge il totale di 6 miliardi, interessando 97 misure; i destinatari di tali fondi sono stati in larga maggioranza le società pubbliche e gli enti territoriali''. La Corte dei conti rileva che ''un esercizio di confronto tra questi flussi, il cronoprogramma finanziario e il complesso delle risorse per nuovi progetti del Pnrr, porta ad evidenziare come ''oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti''. Il settore delle costruzioni sta vivendo un periodo ''estremamente favorevole'' grazie agli incentivi fiscali. L'andamento positivo, tuttavia, ''ha sollevato dubbi riguardo alla sostenibilità di una crescita così accesa da parte della filiera. Si sono registrati significativi incrementi occupazionali, sfociati in problemi di reperimento di manodopera'' che preoccupa che monitora il piano di realizzazione del Pnrr. La Corte dei conti nella relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sottolinea che il biennio 2021-22 ''ha rappresentato un banco di prova interessante per esaminare la capacità del settore delle costruzioni di raggiungere livelli produttivi più elevati; un test importante, tenendo conto dell’esigenza di portare a termine nei prossimi anni un programma di investimenti ambizioso che richiederà un contributo elevato alla filiera delle costruzioni''. ''Tali tensioni, cui si aggiungono quelle ampliate dalle dinamiche dei mercati internazionali, sul fronte dei prezzi -secondo la Corte dei conti- segnalano come il comparto si approssimi alla saturazione della capacità produttiva, necessitando esso stesso di investimenti e allargamento della base produttiva per tenere il passo degli obiettivi ambiziosi del Pnrr''. —pnrrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)