(Adnkronos) – Il 2% del Pil investito in difesa non sarà più solo un obiettivo da raggiungere per i Paesi della Nato, ma il minimo richiesto a tutti, ha affermato il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in una conferenza stampa a Bruxelles, anticipando quello che sarà deciso al vertice di Vilnius della prossima estate. "Il 2% sarà una base, non un tetto", ha riassunto, ricordando che nel 2014 la Nato aveva concordato un impegno per portare gli investimenti dei Paesi, fino ad allora in costante riduzione, verso il 2% del pil, un accordo interpretato da alcuni come un obiettivo verso cui avvicinarsi. "Da allora i Paesi alleati hanno fatto strada, tutti hanno aumentato la loro spesa militare che fino a quel momento veniva invece ridotta. Alcuni hanno rispettato la richiesta del 2%, alcuni l'hanno superata, altri continuano a pensare che sia solo un obiettivo verso cui procedere, non una richiesta. Ora useremo un linguaggio più forte, vale a dire che non si tratta più solo di un obiettivo ambizioso ma di un impegno, un minimo e questo, che non sia più solo io a dirlo ma tutti gli Alleati, farà la differenza", ha quindi concluso citando fra i Paesi che ancora sono sotto questo obiettivo Germania, Olanda e Danimarca, Paesi tuttavia "molto impegnati per aumentare le spese per la Difesa".
ARMI CINA A RUSSIA – Stoltenberg è poi tornato sulle relazioni tra Cina e Russia affermando che la Nato non è fino a ora stata in grado di confermare forniture di armi letali della Cina alla Russia. Ma se dovesse avvenire, "ed è un aspetto che seguiamo molto da vicino", "sarebbe un grande errore" con "conseguenze profonde", ha affermato confermando "il crescente allineamento della Cina alla Russia", prima di tutto per il rifiuto di Pechino a condannare l'aggressione di Mosca all'Ucraina, per l'avvicinamento dei due Paesi, confermato dalla partnership 'senza limiti' varata da Putin e Xi alla vigilia dell'invasione lo scorso anno, per il "puntellamento" assicurato dalla Cina all'economia russa. "Dobbiamo essere chiari nel nostro rapporto con la Cina: diversi Paesi alleati hanno detto che ci saranno gravi conseguenze (dell'invio di armi letali alla Russia, ndr) e la Cina lo sa".
MIGRANTI – La Nato "aiuta a sostenere gli sforzi individuali dei Paesi alleati e anche dell'Ue" per fare fronte alla questione migranti, tema che – ha affermato il Segretario generale della Nato – è stato parte delle discussioni della riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi Nato nel contesto "delle sfide provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa". Ma "la questione deve essere affrontata con molti strumenti diversi, molti sono fuori dal mandato della Nato altri no e lavoriamo con Paesi, Iraq, Mauritania e altri, per cercare di affrontare le cause alla base", ha riassunto Stoltenberg, in una conferenza stampa a Bruxelles, a conclusione della riunione. La Nato ha una presenza navale nel Mar Egeo, per contribuire ad aiutare l'attuazione degli accordi fra Turchia e Ue sulle migrazioni illegali, lavoriamo con partner nel Medio Oriente e Nord Africa, abbiamo una missione di addestramento in Iraq per cercare di affrontare le cause alla base del fenomeno. "Un Iraq stabile, un Medio oriente stabile, aiuta ad affrontare le cause primarie delle sfide poste dai migranti". La Nato poi "rafforza la sua cooperazione e supporto con Paesi come la Tunisia e la Mauritania" e scambia informazioni per aiutarci fra alleati, ha elencato. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)