(Adnkronos) – "Dalla prima consegna di una Polestar a febbraio abbiamo già fatto numeri superiori a quanto prevedessimo e i giudizi degli utenti professionali sono stati ottimi. Ma ci manca ancora un po' di brand awareness, per questo vogliamo far provare le nostre auto a più persone possibile con i Test Drive Hub di Roma e Milano, che sono iniziati in questi giorni, e un roadshow che toccherà quattro città, Roma, Torino, Genova e Bergamo". Lo sottolinea all'Adnkronos Alexander Lutz, Amministratore delegato di Polestar Italia, che si dice "soddisfatto" del primo anno di attività nel nostro paese: "Ora abbiamo una squadra, stiamo costruendo la rete con due spazi che dovrebbero aprire a Roma e a Milano nel secondo semestre, grazie a due partner di alto livello, e stiamo lavorando per farci conoscere nel B2B parlando a quelle aziende che pensano a una flotta elettrica". Polestar – che lo scorso anno è sbarcata in Borsa – "non è una startup, offriamo un prodotto con uno dei migliori valori sul mercato, i nostri clienti vogliono sentirsi diversi, vengono da modelli premium e sanno riconoscere la qualità" aggiunge Lutz, che ha nel suo passato esperienze proprio nei settori più 'alti', con Maserati e Audi. Uno dei problemi – per un marchio diretta emanazione di Volvo, con cui ancora condivide parte della progettazione e dello sviluppo dei modelli – è naturalmente distinguersi dalla 'casa madre' (anche questa controllata dai cinesi di Geely). Il manager non nasconde i benefici: "Volvo è un grosso gruppo che ci ha permesso di offrire dal primo giorno una qualità al top, ma – precisa – i rispettivi 'valori' sono differenti: loro parlano alle famiglie, hanno una immagine 'calda', trasmettono sicurezza, semplicità svedese, inclusività, in Polestar invece siamo più 'freddi' puntiamo al piacere di guida, prestazioni, esclusività, individualismo. Volvo deve parlare al grande pubblico, noi siamo più giovani, possiamo osare di più, essere 'edgy' ". E la differenza fra i due brand andrà a crescere di anno in anno, spiega Lutz, a partire dalla Polestar 3, un Suv molto atteso e importante per le vendite, ma che "purtroppo è in ritardo di circa un anno". Infatti di recente la casa ha spiegato che "è necessario ulteriore tempo per lo sviluppo del software finale della nuova piattaforma completamente elettrica condivisa con Volvo Cars e quindi l'inizio della produzione di Polestar 3 è ora previsto nel primo trimestre del 2024". Un andamento che inevitabilmente rallenta il percorso di crescita del marchio, che nel primo trimestre ha consegnato 12.076 veicoli (+26% annuo) con ricavi per 546 milioni di dollari. Per l'intero anno Polestar (che è ancora presente su un numero relativamente ristretto di mercati) ora prevede volumi globali di circa 60-70.000 unità, in crescita rispetto alle 51.491 del 2022. "Entro il 2025, quando avremo anche la 3 e la 4 (ma in realtà abbiamo già mostrato la 5), Polestar sarà un marchio allineato al 'suo' segmento e alle aspettative del cliente: non siamo un brand da grandi numeri e non pensiamo che arriveremo a fare pressioni sulla rete con sconti" aggiunge Lutz. Quanto al nostro paese, ribadisce, l'importante è far toccare con mano le vetture perché "il cliente italiano è molto legato all'emozione delle macchine". Ecco perché in ciascuno dei Test Drive Hub Polestar saranno disponibili almeno due esemplari della berlina tra cui l'emozionante Long Range Dual Motor con ben 300 kW di potenza (che con il Performance Pack opzionale possono salire a 350 per una autonomia fino a 487 km WLTP). —motoriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)