(Adnkronos) – È il 1972 quando il giovane Sommelier Giorgio Pinchiorri acquista quella che all’epoca era l’Enoteca Nazionale, in centro al Firenze, all’interno dello storico palazzo Jacometti-Ciofi di Via Ghibellina 87. Nasce così l’Enoteca Pinchiorri, una vineria che poi diventa ristorante, con Annie Féolde ai fornelli. Insomma, cantina e cucina si prendono per mano. Il resto è storia. E che storia! Dal 2004 il ristorante ha le tre stelle Michelin e da quarant’anni anni consecutivi vanta il prestigioso Grand Award di Wine Spectator. Oggi lo chef è Riccardo Monco che già da molti anni ha raccolto il testimone di Annie. Per quanto riguarda la cantina, Tomberli e la sua squadra di sommelier continuano il lavoro iniziato cinquant’anni fa da Pinchiorri, il quale, comunque, non ha mai smesso di supervisionare…
C’era una volta, tanto tempo fa, una vineria…
Proprio così. All’inizio l’Enoteca era quello che oggi chiameremmo un “wine bar” dove Pinchiorri stappava e serviva al bicchiere i grandi vini che amava e che andava a cercare in giro per il mondo. La gente qui beveva Sassicaia quando era ancora un vino da tavola che nessuno conosceva. Ti dico solo che quando sono arrivato io, nel 1984, come vino da dessert al bicchiere c’era un certo Château d’Yquem. Pinchiorri è stato un pioniere.Leggi l'intervista completa su Vendemmie.Adnkronos – Vendemmie
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