Quella che stiamo vivendo è, a livello mediatico, l’epoca delle piattaforme streaming. I podcast sono tra i contenuti più seguiti e ricercati online, la musica viaggia su piattaforme come Amazon Music, Apple Music e Spotify, le dirette sui social network ottengono ogni giorno milioni e milioni di visualizzazioni. In questo quadro generale si sta affermando con enorme forza un nuovo attore: stiamo parlando di Twitch, la piattaforma “viola” che continua a registrare numeri da capogiro. Sia a livello di seguito che per quanto riguarda il giro d’affari generato. È il momento di capire perché ne sentiremo ancora parlare per molto tempo e di ripercorrere le tappe che l’hanno trasformata da sito specializzato in gaming a vero e proprio canale onnicomprensivo.
Iniziamo definendo a grandi linee cosa è Twitch per i pochi che ancora non la conoscono. Twitch è una piattaforma di streaming video e chatting in diretta nata principalmente come canale di trasmissione per contenuti videoludici o incentrati sugli e-sports. Secondo le ultime rilevazioni di settore, a oggi conta circa 43 milioni di utenti unici mensili a livello globale con una media superiore a 1 ora e mezzo di contenuti visualizzati da parte di ogni singolo utente.
Nel corso degli anni, come già accennato in precedenza, Twitch si è trasformato da semplice sito per gamer a vero e proprio portale onnicomprensivo. E così sono arrivati i cooking show in diretta, i nuovi canali dei professionisti del poker sportivo, i portali di attualità e la categoria Just Chatting (approfondimento editoriale a metà tra streaming, talk e spettacolo) che, secondo molti analisti di settore rappresenta il broadcasting del futuro.
Merita invece un approfondimento ulteriore il rapporto tra musica e Twitch. Il motivo è che sempre più artisti emergenti e indipendenti l’hanno scelta come canale principale per costruirsi una carriera e per diffondere in anteprima le proprie opere originali.
I primi a sfruttarne le potenzialità sono stati i dj che hanno iniziato trasmettere in streaming i propri set alimentando un canale di comunicazione diretta con il pubblico tramite chat che ha successivamente fatto scuola. Poi sono arrivati i grandi festival come l’Insomnia e il Tomorrowland, prima streammati live e poi replicati sui canali Twitch, i grandi eventi e gli show musicali (l’Astronomical di Travis Scott solo per citarne uno). Adesso è il momento dei grandi nomi della musica internazionale. Kanye West e Drake hanno tenuto concerti in streaming sulla piattaforma, i Daft Punk hanno pubblicato alcune delle loro esibizioni storiche, la stessa Elodie, parlando di musica italiana, ha scelto Twitch per trasmettere in diretta il suo concerto dello scorso maggio al Forum di Assago.
Nonostante il recente boom, la storia di Twitch è molto meno recente di quanto si potrebbe pensare e inizia addirittura nel 2007, anno in cui Justin Kan e Emmett Shear decisero di aprire il portale Justin.Tv, pensato come hub per la trasmissione di contenuti video. Justin.tv doveva essere nelle idee dei fondatori una specie di YouTube 2.0 ma ben presto i due si accorsero che i canali di maggior successo erano quelli che trasmettevano videogiochi in diretta. Fu così che decisero di concentrarsi principalmente su di essi e di cambiare il nome in Twitch.
Siamo nel 2011 e nei 3 anni successivi il sito si afferma come punto di riferimento per chiunque voglia trasmettere in diretta sessioni di gaming, più o meno professionistico. Un boom che attira i grandi big del mondo informatico, decisi a investire fior fior di risorse per assicurarsi il servizio. A spuntarla è Amazon che nel 2014 acquista Twitch per l’incredibile cifra di quasi un miliardo di dollari. Il resto è storia recente.
Il passaggio al gruppo di Jeff Bezos sancisce il boom definitivo trasformando il sito nato per i gamer in un vero e proprio portale globale in cui è possibile trovare musica, attualità, spettacoli, dibattiti politici e molto altro. Il giro d’affari generato? Nel 2021 Twitch ha incassato circa 2,6 miliardi di dollari.