(Adnkronos) – Simone Billi risponde alle polemiche per il convegno alla Camera di ieri sul tema dell'aborto. "E' una cavolata non so come è venuta fuori, cosa c'entro io… E' colpa di Repubblica", afferma all'AdnKronos il deputato della Lega che poi aggiunge: "Io contro la legge 194? Ma no, dai, certo che deve restare…". Ma il convegno, organizzato dal Centro Studi Politici e Strategici 'Machiavelli', sta facendo discutere con il Pd che si scaglia con forza contro le affermazioni dei relatori. “Apprendiamo che ieri la Lega alla Camera ha tenuto un convegno nel corso del quale non solo è stato rimesso in discussione il diritto all’autodeterminazione e alla maternità libera e consapevole delle donne previsto dalla legge 194/78, ma in cui si è affermato persino che il ricorso all’aborto ‘sia ingiusto anche in caso di stupro’", dice la senatrice del Pd Valeria Valente, componente della Bicamerale femminicidio e del Consiglio di presidenza di palazzo Madama. "E’ gravissimo e inaccettabile che deputati della Lega mettano in discussione una legge dello Stato e non perdano occasione per manifestare una visione dei diritti delle donne talmente retrograda da riportare il Paese indietro di 50 anni. E’ disumano pensare di imporre a una donna una scelta così intima, personale e dolorosa. Non c’è che dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ma la Premier Meloni e la ministra Roccella che dicono?”, aggiunge Valente. Per la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, "qui siamo oltre l'oscurantismo. Altro che Medioevo. Il deputato leghista Billi, che evidentemente vuole prendere il posto del senatore Pillon come campione di arretratezza, promuove un convegno alla Camera in cui si rimette in discussione la legge 194 e in cui si nega che l'aborto sia un diritto". "Ancora una volta nel mirino finiscono le donne e la loro libertà. Maggioranza di inadeguati, incapaci e pure illiberali. Dovete andare a casa", afferma sui social. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)