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Biennale di Venezia, la 60esima Mostra d’Arte ‘Stranieri Ovunque’
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La striscia

(Adnkronos) – Gli "strani" e gli "estranei", tra artisti indigeni, queer e autodidatti, protagonisti della 60/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia: dal titolo "Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere", a cura di Adriano Pedrosa, direttore artistico del Museo d'Arte di San Paolo del Brasile, sarà aperta al pubblico da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 17, 18 e 19 aprile, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà il 20 aprile. Sono stati attribuiti ad Anna Maria Maiolino, artista brasiliana (italiana di nascita), e a Nil Yalter, artista turca (residente a Parigi), i Leoni d’Oro alla carriera. La Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l'Arsenale in due nuclei distinti: Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico. Come principio guida, la Biennale Arte 2024 ha privilegiato artisti che non hanno mai partecipato all'Esposizione Internazionale, anche se alcuni di loro hanno già esposto in un Padiglione Nazionale o in un Evento Collaterale. Un'attenzione particolare sarà riservata ai progetti all'aperto, sia all'Arsenale sia ai Giardini, e a un programma di performance durante i giorni di pre-apertura e nell'ultimo fine settimana della 60/a Esposizione.  Il titolo "Stranieri Ovunque" è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole "Stranieri Ovunque". L'espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.  "L'espressione Stranieri Ovunque – spiega Adriano Pedrosa, primo curatore latino-americano della Biennale Arte – ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri".  Il Nucleo Contemporaneo della Mostra indagherà il termine "straniero" e i suoi collegamenti etimologici rispettivamente di "strano" e "estraneo" e poi si svilupperà e si concentrerà sulla produzione di ulteriori soggetti connessi: l'artista queer, che si muove all'interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l'artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell'arte, proprio come l'autodidatta o il cosiddetto artista folk o popular; l'artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra.  Gli artisti indigeni avranno una presenza emblematica e le loro opere accoglieranno il pubblico nel Padiglione Centrale, con un murale monumentale realizzato dal collettivo brasiliano Mahku sulla facciata dell'edificio, e nelle Corderie, dove il collettivo Maataho di Aotearoa/Nuova Zelanda presenterà una grande installazione nella prima sala. Gli artisti queer saranno presenti in ogni spazio e costituiranno il fulcro di un'ampia sezione nelle Corderie, nonché di un'area dedicata all'astrazione queer nel Padiglione Centrale.  Il Nucleo Storico della Mostra sarà composto da opere del XX secolo provenienti dall'America Latina, dall'Africa, dall'Asia e dal mondo arabo. Sono previste tre sale nel Padiglione Centrale: la sala intitolata Ritratti, la sala dedicata alle Astrazioni e una terza sala dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo lungo il corso del XX secolo. Le due sale che ospitano i Ritratti comprenderanno le opere di 112 artisti, per lo più dipinti, ma anche lavori su carta e sculture, coprendo un arco di tempo compreso tra il 1905 e il 1990. La sala dedicata alle Astrazioni includerà 37 artisti: quasi tutti verranno esposti insieme per la prima volta in impreviste giustapposizioni. La sala dedicata alla diaspora degli artisti italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all'estero integrandosi nelle culture locali e costruendo le proprie carriere in Africa, Asia, America Latina nonché nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, proporrà le opere di 40 autori italiani di prima o seconda generazione, collocate negli espositori a cavalletto in vetro e cemento di Lina Bo Bardi (italiana trasferitasi in Brasile, vincitrice del Leone d'Oro speciale alla memoria della Biennale Architettura 2021).  Il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, ha ricordato che "Adriano Pedrosa è il primo curatore della Biennale Arte proveniente dall'America Latina, scelto perché portasse il suo punto di vista sull'arte contemporanea rileggendo culture diverse come fosse un controcampo cinematografico". "La natura internazionale della Biennale ne fa un osservatorio privilegiato sullo stato del mondo attraverso la trasformazione e l'evoluzione delle arti – ha aggiunto Cicutto – Nessun curatore, quando sceglie i contenuti della propria mostra, cavalca direttamente i temi caldi del momento, ma intraprende un viaggio pieno di cambiamenti di rotta e il cui racconto sarà alla fine fortemente influenzato dalla percezione e interpretazione che ne daranno i visitatori, gli addetti ai lavori e la stampa. Ma l’unicità della Biennale sta soprattutto nella presenza reale dei Padiglioni Nazionali (quelli storici ai Giardini, e più recentemente quelli che si sono aggiunti all'Arsenale e in alcuni spazi della città), che la rendono un luogo diverso da ogni altro per il confronto fra le arti e i mutamenti della società".  "Le Partecipazioni quest'anno raggiungono un livello molto alto, con 90 paesi a cui si aggiungono 30 Eventi Collaterali – ha concluso Cicutto – L'autonomia dei direttori artistici è la miglior garanzia perché la formula della Biennale di Venezia continui a funzionare e a produrre effetti talvolta sorprendenti, anche sul piano diplomatico e politico". La 60/a Mostra sarà così affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all'Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i Paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Leste e Repubblica Unita della Tanzania. Nicaragua, Repubblica di Panama e Senegal partecipano per la prima volta con un proprio padiglione. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è a cura di Luca Cerizza, con il progetto "Due qui / To hear" dell'artista Massimo Bartolini, che include contributi appositamente ideati da musiciste/i e da scrittrici/scrittori.  Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal Prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede, cardinale José Tolentino de Mendonça, avrà luogo quest'anno nella casa di reclusione femminile di Venezia alla Giudecca. La mostra ha come titolo "Con i miei occhi" ed è a cura di Chiara Parisi e Bruno Racine. Il Comune di Venezia partecipa con un proprio Padiglione, il Padiglione Venezia, ai Giardini di Sant'Elena. (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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