Lo Zoo d’Abruzzo inaugura una nuova area in cui convivono canguri, wallaby ed emù. In un reparto misto dedicato alle specie australiane.
Arrivano dall’Olanda, sono tre giovani maschi e appartengono alla più grande tra le 50 specie esistenti di canguro: debutto in grande stile quello avvenuto in questi giorni allo zoo d’Abruzzo, dove è stata inaugurata la Pianura Australiana con l’uscita ufficiale dei tre nuovi canguri rossi. Che non saranno soli ma avranno altre due specie a fare loro da coinquilini. Gli emù, anch’essi di dimensioni da primato poiché si tratta dell’uccello più grande del continente australiano; e i wallaby, cioè i marsupiali di dimensioni non sufficienti per appartenere allo stesso genere dei canguri. Ma i protagonisti assoluti restano comunque i tre giovani canguri rossi, che possono saltare superando i 3 metri in altezza e i 9 in lunghezza. Giunti dall’olandese ZooParc Overloon, nel parco zoologico della provincia di Chieti – l’unico in tutto l’Abruzzo – sono inseriti nel programma europeo di conservazione delle specie minacciate (EEP).
Si tratta di una specie che in natura abita l’Australia continentale e predilige le zone aride. Il suo nome è dovuto alla colorazione della pelliccia bruno-rossastra dei maschi, che sbiadisce fino a divenire di un beige chiaro sulle parti inferiori e sugli arti. Non vale lo stesso per le femmine, che invece presentano un manto di colore grigio-azzurro. Come la maggior parte degli altri canguri, si nutre essenzialmente di erbe ed è particolarmente ghiotto di Triodia spinifex, o «erba porcospino», una graminacea le cui foglie, rigide e appuntite come spilli, assomigliano ad aculei. Un pianta che si trova in forma di cespugli e che talvolta ricopre la savana per centinaia di chilometri.
Ed è proprio la savana il suo habitat ideale, nella quale si mantiene in popolazioni stabili. Anche se il dingo resta il suo predatore per eccellenza. Gli esemplari allo Zoo d’Abruzzo invece non devono preoccuparsi, mentre lo staff promette ancora novità.