20.9 C
Los Angeles
mercoledì, Ottobre 16, 2024

Chessa (Eni): “Al Supply Chain Day per la competitività delle filiere”

(Adnkronos) - "Oggi ci troviamo al Gazometro,...

Mieloma multiplo, rimborsato in Italia primo anticorpo bispecifico

(Adnkronos) - Teclistamab, anticorpo bispecifico umanizzato, sviluppato...

Orso marsicano, il nuovo pericolo arriva dalla caccia al cinghiale anticipata
O

La striscia

La Regione Abruzzo delibera un’apertura anticipata al 1 Ottobre della caccia al cinghiale in “zona orso marsicano”, dove fino all’anno scorso si iniziava a cacciare dal 1 di Novembre. “Una minaccia gravissima per la specie – fanno sapere le associazioni firmatarie di una petizione – in particolare per le femmine accompagnate da i loro piccoli nati 7 mesi fa”. 
E chiedono di tornare al Calendario degli scorsi anni almeno nella Zona di Protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nella sua Area contigua. Ma la Regione tace.

Mentre le associazioni ambientaliste si mobilitano e 120.000 cittadini  firmano una petizione per fermare l’abbattimento di circa 500 cervi, deciso dalla Regione, rischia di passare sotto silenzio un altro provvedimento della stessa regione con conseguenze potenzialmente disastrose per la conservazione dell’orso bruno marsicano. Infatti, con il recente DL Agricoltura è stata disposta l’apertura della caccia al cinghiale per complessivi 4 mesi, prorogando il termine fissato dalla legge 157/92, che prevedeva un massimo di 3 mesi totali per il prelievo.  

“Tale provvedimento – fanno sapere le associazioni ambientaliste riunite – recepito dalla Regione Abruzzo nell’ambito del calendario venatorio 2024/2025 e approvato con DGR 502 del 6 agosto, ha determinato un pericoloso ed inaccettabile passo indietro rispetto alle azioni necessarie ad assicurare la migliore tutela dell’orso bruno marsicano, giacché annulla i precedenti e soddisfacenti provvedimenti grazie ai quali la stessa Regione, recependo le richieste provenienti dai vari tavoli di lavoro connessi al PATOM, dalle ONG e dalle aree protette, aveva disposto l’apertura della caccia al cinghiale nelle aree interessate dalla presenza di esemplari di orso nel periodo 1 novembre – 31 gennaio, assicurando così maggiori condizioni di tranquillità nel periodo dell’iperfagia, quando gli orsi devono nutrirsi in abbondanza per prepararsi all’ibernazione”.

L’ultimo calendario venatorio annulla tutto il lavoro fatto giacché, per assicurare i 4 mesi di caccia al cinghiale previsti dal DL agricoltura, non potendo prevedere attività venatoria oltre il termine del 31 gennaio, ha ovviamente riportato l’apertura della caccia al cinghiale al 1ottobre. Le conseguenze, reali e potenziali, di tale provvedimento presentano delle oggettive criticità legate alle molteplici ragioni connesse alla conservazione della specie:

1- Tutta l’area contigua/zona di protezione esterna del Parco tornerà ad essere terreno di caccia in un periodo estremamente delicato per gli esemplari presenti, verso i quali il disturbo delle mute di cani da caccia è reale e oggettivo, disturbo che si moltiplica con il maggior numero di giorni di attività e la maggior probabilità di interazione tra le mute di cani e gli orsi ancora tutti alla ricerca di cibo prima di entrare in tana per il letargo invernale. 

2- In considerazione di quanto emerso dagli ultimi dati pubblicati sul Rapporto orso 2023 del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dai dati raccolti dalla stessa Rete di Monitoraggio regionale, il numero di orsi presenti nei territori soggetti al normale regime venatorio e delle femmine accompagnate dai piccoli dell’anno è aumentato nel corso degli ultimi anni e questo, in relazione al disturbo che deriverebbe dall’apertura anticipata, presenta rischi potenziali anche di “semplici” incidenti legati al fatto che nel mese di ottobre il numero di orsi ancora in attività è sicuramente molto maggiore di quanto non possa avvenire a partire dalla seconda metà di novembre.

Nessuna di queste valutazioni è stata presa in considerazione dalla Delibera Regionale con cui è stato approvato il calendario venatorio 2024/2025 che ha recepito la proroga da 3 a 4 mesi per la caccia al cinghiale, senza considerare minimamente le molteplici criticità di cui sopra. 

“Con una lettera ai competenti uffici regionali ed a Emanuele Imprudente, Assessore con delega a Agricoltura, Caccia e pesca, e Parchi e riserve naturali, – conclude la nota – le associazioni hanno chiesto di rivedere il calendario venatorio, adottando un provvedimento che, almeno relativamente alla ZPE/Area Contigua del Parco, limiti la caccia al cinghiale al periodo 1 novembre – 31 gennaio, lettera a cui i destinatari non hanno dato,  come succede purtroppo molto spesso, alcun riscontro ed ecco quindi la necessità di questo comunicato per far conoscere la situazione a tutti i cittadini abruzzesi”.

Firmano :

Stefano Orlandini – Presidente SALVIAMO l’ORSO OdV

Filomena Ricci – Delegato WWF Abruzzo

Stefano Allavena – Delegato LIPU Abruzzo

Laura Asti – Delegato Pro Natura Abruzzo

Massimo Pellegrini – Presidente Stazione Ornitologica Abruzzese 

Alessandro Piazzi – Presidente nazionale FEDERTREK

Bruno Petriccione – Presidente Appennino Ecosistema

Fabio Borlenghi – Responsabile di Altura Abruzzo,

Gabriele Mastropietro – Rappresentante “ORSO & Friends”

Mimi D’Aurora – Presidente “Dalla parte dell’Orso”

Mario Cipollone – Direttore “Rewilding Apennines”

FLASH

Le ultime

Università: Scienze psicologiche per prevenzione e cura, nuovo corso laurea UniMi

(Adnkronos) - L’Università Statale di Milano inaugura il nuovo corso di laurea triennale in Scienze psicologiche per la prevenzione...

Forse ti può interessare anche

Ricevi il notiziario ogni mattina nella tua casella di posta. La tua biodiversità quotidiana!

Italiaambiente24: un luogo, la sintesi. Dal lunedì al venerdì.

Grazie per esserti iscritto a Italiaambiente24!

A partire dalla prima edizione utile, riceverai il notiziario nella tua casella di posta.